DYLAN DOG #356 - La Macchina Umanadi A. Bilotta, F. De TommasoDi questo numero si è parlato parecchio in rete, come si trattasse di un gioiellino. Preso e letto, confermo quello che tutti sembrano aver dato per scontato, ovvero che Alessandro Bilotta scrive una delle sue storie più sentite per il personaggio (e dell'intero nuovo corso) e, più in generale, una storia che a differenza di tante altre lascia il segno, fa incazzare e riflettere. E non può essere altrimenti, visto che si comincia a parlare di lavoro e frustrazione e si finisce con concetti anche ben più ampi. Dylan Dogè impiegato presso un ufficio nel quale l’orrore è rappresentato dall’ordinaria, aberrante quotidianità, al servizio di una misteriosa multinazionale. E in un modo o nell'altro ti ci ritroverai anche tu, in quegli uffici. Se sei una persona molto fortunata, invece, la storia non ti sembrerà più speciale di altre.
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Tante pacche sulle spalle pure a Fabrizio De Tommaso (autore delle cover di Morgan Lost) che qui al suo esordio ha ampiamente dimostrato di essere un giovine di belle speranze ma professionalmente già più che maturo.
NATHAN NEVER #300 - Altri Mondidi B. Vigna, R. De AngelisNon leggevo Nathan Never da più di un anno per via di una serie di tematiche poco affini alla fantascienza che piace a me. In occasione del 300° albo della serie regolare, invece,e ad un mese dai festeggiamenti per il 25° anniversario, Bepi Vigna scrive una storia con mordente e passione. Una storia che, ne sono sicuro, potrebbe non piacere al lettore "medio" della serie, ma che ha il merito di uscire per un attimo al di fuori dei soliti canoni per regalarci un aggraziato (e divertente) tentativo di fare metafumetto. E sai bene quanto ci piacciano le corse fuori dai binari.In pratica succede che un misterioso gruppetto di giovani hacker provoca un black-out che paralizza Città Est. Never e soci fanno irruzione nel covo di uno dei presunti terroristi ma durante lo scontro a fuoco l'hacker scompare nel nulla, mentre un innocente viene colpito a morte.Da qui parte il tentativo dell'agente Alfa di dimostrare la propria innocenza viaggiando nella "matrice" alla ricerca dell'hacker scomparso.
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Storia molto godibile. Belli i riferimenti agli altri personaggi della casa editrice e bello pure il trattamento in bianco e nero di certe scene (visto che l'albo è a colori). E belli, ovviamente, i disegni di Roberto De Angelis (un po' penalizzati, forse, da una colorazione troppo "luminosa").
Un albo ispirato che si spera possa aprire un nuovo ciclo. Il periodo potrebbe essere quello giusto, visto che la stessa coppia creativa (Vigna e De Angelis) saranno di nuovo all'opera sulla miniserie di sei albi Nathan Never Anno Zero in edicola tra qualche giorno. Vedremo.
IL GRANDE DIABOLIK #39 - Destini IncrociatidiGomboli, Faraci, Palumbo, Zaniboni
La versione quadrimestrale extra large di Diabolikè spesso meritevole di lettura. Ormai da anni, almeno qui, la Astorina cerca di sperimentare narrativamente soluzioni diverse, lasciando da parte orpelli, trucchetti e ammennicoli variper concentrarsi, spesso, sui retroscena della vita privata (e passata) del protagonista e della sua gentil donzella.Vale la pena prendere di sicuroquelli disegnati dal grande Giuseppe Palumbo, anche solo per vederlo all'opera (che lavori sul fumetto "seriale" o meno, continuo a ritenere grandissimo il talento del disegnatore lucano).
In questo 39° albo della serie, la scoperta della morte di Raimondo Fraser scatena i ricordi di Diabolik ed Eva quando ai tempi del Deccan, in estremo oriente, uno era agli inizi della sua formazione da assassino silenzioso e l'altra una cantante da night club di sera e collaboratrice dei servizi segreti per il resto del tempo.Interessante la storia perché ipotizza che i due amanti, senza saperlo, si siano in realtà sfiorati anni prima del loro primo incontro ufficiale sul terzo albo della serie originale. Certi misteri della fede, che io continuo a non comprendere (ma così è, se vi pare), vedono ben cinque autori all'operacon il soggetto di Mario Gomboli e Tito Faraci, la sceneggiatura firmata del solo Faraci e i disegni di Palumbointervallatida tavole di collegamento realizzate da Sergio e PaoloZaniboni. A parte questo, non male davvero.
The Amazing Spider-Man #1di AA.VV.Avrai notato anche tu che a partire dalla settimana scorsa sono finite in edicola le ennesime ripartenze Marveltargate Panini. Dopo il mega evento Secret Wars e la spaccatura dell'universo narrativo nelle mille terre indipendenti di Battleworld, come da consuetudine tutto finisce e riparte da zero.In questo primo numero della testata (che da qui torna ad essere quindicinale come ai bei vecchi tempi), ci trovi la serie regolare, Amazing Spider-Man, scritta sempre da Dan Slott e disegnata da Giuseppe Camuncoli.Se da una parte le premesse sembrano buone (Peter Parker ora è a capo delle Parker Industries prese di mira da una schiera di terroristi) dall'altra c'è il rischio di allontanare il personaggio dai valori che tanto piacevano al suo lettore medio (di un altro Tony Stark non se ne sentiva proprio il bisogno). Slott però riesce a scherzare sulla cosa e crea un buon background papabile per il futuro. Anche se, non me ne voglia nessuno, rimane imbarazzante l'invenzione della Spider-mobile che c'entra con il personaggio come Namorin elicottero. La pulizia del tratto di Camuncoli, invece, è sempre assai gradita.
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A seguire trovi Spider-Man 2099. Peter David ai testi e Will Sliney ai disegni portano Miguel O'Hara nel nostro presente (dopo che un evento catastrofico che non conosco ha raso al suolo il suo mondo). Miguel, guascone e annoiato, comincia a lavorare per le Parker Industries ma allo stesso tempo vuole ricostruire il suo futuro per tornare a viverci.
In appendice, infine, due storie brevissime che dovrebbero introdurre alcuni dei futuri comprimari della testata: Spider-Woman (ora incinta ma con nessuna voglia di starsene seduta) e Miles Morales: Spider-Man (il giovane Uomo Ragno dell'universo Ultimate che ora fa parte di quello classico).
In generale è stata una lettura piacevole. Magari si continua, chissà.Gli Straordinari X-Men #1di AA.VV.
Anche gli X-Men ripartono da zerodopo eventi e tragedie che ho seguito poco. Ai testi ci trovi Jeff Lemire e ai disegni Humberto Ramos. A me Lemire piace, per carità, ma qui si capisce davvero poco e soprattutto ci ritroviamo per l'ennesima volta con gli Uomini X in piena ricostruzione nel tentativo di rimettersi in piedi. Ancora con situazioni e cliché nati oltre quarant'anni fa: il mutante è brutto e cattivo ("sparisci genoschifo","vattene, mostro") e la gente li teme e li caccia come ai tempi delle streghe (solo che al posto di fiaccole e forconi adesso hanno torce elettriche e fucili). Adesso c'è pure il problema delle nebbie terrigene e degli Inumani che nascono come funghi, ma invece di allearsi con i mutanti, si temono l'un l'altro.Ora. Io non voglio fare il serio parlando degli X-Men (Dio me ne scampi), ma sono davvero decenni che nessuno riesce a scalfire certi automatismi. Tizi in costume che sono cresciuti insiemee che tra di loro ancora si chiamano col nome di battaglia oragazzini che vengono presi dallo schifo dopo aver scoperto di aver baciato una mutante, sviliscono non poco tutto il corpo narrativo e lo rendono vecchio.Forse è il caso di guardarsi un po' intorno.Mutatis mutandis, sarebbe proprio il caso di dire. Ma quello che cambia invece è solo l'aspetto dei protagonisti (Colosso con la barba, Tempestatornata al look punk, Wolverine redivivo ma vecchio e imbolsito). Per tutto il resto non cambia praticamente nulla. La cosa mi fa solo capire perché la run di Morrison all'epoca fu tanto acclamata o quanto ci abbia visto lungoMilligan su X-Statix. Addirittura potrei rivalutare il ciclo di Bendis, tòh.Per dover di cronaca, in appendice trovi Uncanny X-Men con Magneto a capo di una stramba formazione di volti noti(Psylocke, Monet, Sabretooth e Arcangelo) che sullo stile di X-Force sonopronti ad aiutare, a modo loro, il regno mutante in pieno scompiglio.I.R.$. vol. 3 - Corruzione di S. Desberg, B. VranckenContinua la corsa in volume della serie I.R.$. In questo terzo volume, che raccoglie i due albi originali Silicia Inc. e I Corruttori, l'agente Larry Max cerca di beccare in flagranza di reato per corruzione un vice sindaco californiano che purtroppo muore nel tentativo di fuggire. Frugando tra le sue tasche Larry trova solo un biglietto che riporta un nome misterioso: Silicia. Allo stesso tempo un ex dittatore asiatico, ora esiliato in Francia, viene assassinato da probabili terroristi islamici. Questi due avvenimenti, tra loro senza un collegamento apparente, scaturiscono invece un intrigo internazionale a base di corruzione che porterà l'agente dell'IRSad incontrare una killer astuta e crudele che da qui in avanti sarà riconosciuta come la sua letalenemesi.
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Stephen Desberg sembra sciogliersi sempre un po' di più di volume in volume, così come Larry Max (un pochino meno inamidato) che qui arriverà ad uno dei nodi cruciali della sua vita editoriale: l'incontro e il tentativo di salvataggio di Gloria Paradise, la sensuale voce del telefono erotico a cui spesso Larryha rivelatoi propri pensieri più intimi.