L'avevo richiesto a gran voce alla fine di questo post e alla fine è arrivato in tutte le fumetterie italiche grazie alla Panini Comics.
Ci sarebbero parecchie cose da dire, ma quella più importante è che si, Southern Bastards si è rivelato quel gran gioiello di cui si è tanto parlato in giro. Questo primo volume, intitolato Questo era un uomo, raccoglie la prima breve run composta da soli quattro episodi.
Jason Aaron non si perde in fronzoli e mentre presenta i personaggi al lettore, dispiega una trama feroce e violenta come tutti si aspettavano. Earl Tubbè una vecchia roccia che in gioventù ha preferito il vietnam piuttosto che rimanere a Craw County, un villico paesotto nello Stato dell'Alabama.
Ma alcuni affari in sospeso, su tutti la rivendita della vecchia casa del padre, ex sceriffo del paese ora defunto, lo riportano lì a distanza di tanti anni solo per scoprire, dopo appena una mezza giornata, che invece non avrebbe mai dovuto rimetterci piede.
Ma alcuni affari in sospeso, su tutti la rivendita della vecchia casa del padre, ex sceriffo del paese ora defunto, lo riportano lì a distanza di tanti anni solo per scoprire, dopo appena una mezza giornata, che invece non avrebbe mai dovuto rimetterci piede.
Sulla sua strada si piazza la sgangherata e violenta squadra di football locale che fa capo a coach Boss (nomen omen) che Earl si incaponisce di fermare con una mazza, firmata da autentiche star del baseball, che suo padre prima di lui utilizzava quando le cose esigevano una drastica risoluzione.
Vecchi rugosi con grossi problemi caratteriali, morti, mazzate a vanvera, la cucina del sud, lo sport, i redneck. Una profonda e attuale riflessione, in parte esasperata e volutamente ottusa, sul cosa voglia dire, nei profondi meandri del sud, essere davvero uomini (non importa il Paese, il sud è sud) e su come si debba sgomitare a botte per guadagnarsi il proprio posticino all'ombra cercando di non soccombere.
Vecchi rugosi con grossi problemi caratteriali, morti, mazzate a vanvera, la cucina del sud, lo sport, i redneck. Una profonda e attuale riflessione, in parte esasperata e volutamente ottusa, sul cosa voglia dire, nei profondi meandri del sud, essere davvero uomini (non importa il Paese, il sud è sud) e su come si debba sgomitare a botte per guadagnarsi il proprio posticino all'ombra cercando di non soccombere.
Aaron racconta una storia profonda con una maestria invidiabile e con tempi narrativi veloci e mai forzati (cosa che altri suoi colleghi avrebbero fatto, forse peggio, nel doppio degli albi) e di certo non si ferma agli stereotipi di genere, sfoggiando un'ottima caratterizzazione dei personaggi e una buona serie di colpi di scena che scandiscono un sapientissimo uso del cliffhanger.
Cosa dire invece di Jason Latour? Quello che si sta distinguendo come uno degli scrittori e disegnatori più freschi e interessanti del panorama americano (mainstream e non), qui è "relegato" al solo tavolo da disegno. Le sue facce rugose, le smorfie contorte dei suoi personaggi, il dinamismo esplosivo delle scene d'azione e la sua composizione grafica rappresentano una brocca d'acqua ghiacciata in pieno deserto.
Cosa dire invece di Jason Latour? Quello che si sta distinguendo come uno degli scrittori e disegnatori più freschi e interessanti del panorama americano (mainstream e non), qui è "relegato" al solo tavolo da disegno. Le sue facce rugose, le smorfie contorte dei suoi personaggi, il dinamismo esplosivo delle scene d'azione e la sua composizione grafica rappresentano una brocca d'acqua ghiacciata in pieno deserto.
Nessuno meglio dei due Jason, Aaron e Latour, poteva raccontare meglio una storia del genere. Tra lo scrittore e il cartoonist si è instaurata sin dalla prima vignetta una meravigliosa alchimia, sorretta anche dal fatto che entrambi sono effettivamente cresciuti in certe terre desolate e meravigliose allo stesso tempo (il primo è proprio originario di Birmingham, in Alabama, mentre il secondo di Charlotte, nella Carolina del nord).
Nient'altro da aggiungere se non che il finale è davvero il classico pugno nello stomaco e che il suo epilogo ti fa salire la fame chimica (avrei divorato le pagine successive perdendo ore di sonno). Da leggere punto e basta.
La Panini mette insieme un bel volume cartonato stampato a meraviglia (sotto l'etichetta 100% HD), ma decide di ficcarci dentro 128 striminzite pagine ad un prezzo, 14 euro, che forse sarebbe stato opportuno tirare un po' giù (ma forse anche no), tenendo conto appunto che una novantina sono di fumetto e il resto di variant cover, schizzi, bio degli autori e postfazione di chiarimento firmata dal traduttore.
Ma non importa. Ora c'è solo da capire quando uscirà il secondo volume e, solo dopo aver letto il fumetto, cominciare ad interessarsi alla serie tv derivata che da un paio di mesi è entrata in produzione.
Bentornati al sud.